

N. 10, DEL 10 APRILE 2025 - NEWSLETTER DELLE CARITAS DIOCESANE DELLA SARDEGNA
IMPEGNOCARITAS
“Tu sei la mia speranza” (Sal 71, 5)

Camminiamo insieme nella speranza
In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell'Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, come persone e come comunità.
Prima di tutto, camminare. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità?
In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi. Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio (cfr. Gal 3,26-28); significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l'altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza.
In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini. Questo è un secondo appello: la conversione alla sinodalità.
In terzo luogo, compiamo questo cammino insieme nella speranza di una promessa. La speranza che non delude (cfr. Rm 5,5), messaggio centrale del Giubileo, sia per noi l'orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale.
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Estratto dal Messaggio del Santo Padre Francesco
per la Quaresima, 6 marzo 2025
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“Tu sei la mia speranza” (Sal 71, 5)

Caritas diocesana
di ALES-TERRALBA
Ritrovare la speranza di un futuro migliore
di Stefania Pusceddu
​«Ho pianto tanto nella vita, ma una mamma dopo un po' si asciuga le lacrime e riparte, non si abbatte. Ho convissuto con il dolore ma ho fatto di tutto per non sprofondare», racconta Maria Letizia, 46 anni, 4 figli, che sta crescendo da sola, dopo un matrimonio difficile conclusosi con tanto dolore. Per tanti anni ha sofferto, accumulando ferite nel cuore e impegnandosi al massimo in una relazione complessa, facendosi forza per amore dei figli. (...)

Caritas diocesana
di ALGHERO-BOSA
Un dono di speranza,
la storia di Rostyslav
di Roberto Fiori
La speranza è un dono, soprattutto quando è fondata sulla certezza che Dio non abbandona i suoi figli. Questa speranza poggia su una promessa che va oltre le circostanze e le difficoltà. È una speranza che, attraversa il dolore e la sofferenza, affonda le radici nelle fede. Rostyslav è un uomo originario dell'Ucraina che ha conosciuto sulla propria pelle quanto sia difficile vivere senza certezze. (...)

Caritas diocesana
di CAGLIARI
Isbella, un viaggio di speranza
di Alice Brundu
Isbella, 25 anni, è una giovane donna che incarna il coraggio e la determinazione di chi non si arrende alle difficoltà. Originaria del Sud Sudan, all’età di sei anni ha lasciato la sua casa con una valigia piena di sogni e timori trovando rifugio in Kenya. Crescere lontano dal proprio Paese significa imparare presto ad adattarsi, a ricostruire radici ovunque ci sia terreno fertile. (...)

Caritas diocesana
di IGLESIAS
La speranza vista con gli occhi
dei giovani
di Ilaria Perduca
Angelo, Fabio e Federico hanno iniziato il loro anno di Servizio civile presso il Centro di ascolto “Marta e Maria” della Caritas diocesana di Iglesias il 28 maggio 2024. A circa sessanta giorni dalla conclusione di questo anno di servizio dedicato agli altri, sono tante le storie ascoltate che hanno riempito le loro giornate. Sofferenze, dolori, ingiustizie; ma esiste anche la speranza, che certamente non illude e che rafforza nella convinzione di continuare a perseverare nel bene. (...)

Caritas diocesana
di LANUSEI
La speranza, dono da custodire
di Augusta Cabras
Rosa Moro è una giovane volontaria della Caritas di Lanusei. La voce, mentre racconta la sua esperienza, è decisa e dolce, ricca di sfumature che raccontano pezzi di vita vissuta, in cui riconosce sempre la Grazia straordinaria di Dio. Rosa è settima di tredici figli, di cui dieci viventi. Questo elemento non è solo un dettaglio anagrafico ma ha certamente determinato il suo modo di guardare la vita, le relazioni e il suo essere cristiana nel tempo attuale. (...)

Caritas diocesana
di NUORO
Una vita nuova
a cura della Caritas diocesana di Nuoro
Vincenzo è venuto al mondo 60 anni fa ma è nato per la seconda volta quando ha varcato l’uscita del carcere, saldando il suo debito con la giustizia. La sua lunga esperienza detentiva gli permette di esprimere pareri appropriati e offrire utili consigli su quello che il mondo del carcere dovrebbe essere. «Purtroppo è una realtà dimenticata da tutti – dice convinto – invece c’è bisogno che la società varchi le mura dei penitenziari e abbatta pregiudizi e verità distorte». (...)

Caritas diocesana
di ORISTANO
Luce di speranza
di Michela Camedda
Anna ha sempre sentito dentro di sé il desiderio di mettersi al servizio degli altri. Dopo una vita da farmacista avrebbe potuto godersi la pensione, ma qualcosa la spingeva ad agire. «Ho sempre l'impressione che sia una questione di egoismo», racconta con un sorriso. «Aiutare gli altri mi fa stare bene. Forse lo faccio più per me che per loro». La sua esperienza di volontariato è iniziata quasi per caso: un viaggio a Lourdes con l'Unitalsi, intrapreso solo per accompagnare sua madre, si è trasformato in un impegno costante. (...)

Caritas diocesana
di OZIERI
Un nuovo inizio
di Annamaria Sanciu
Michele (nome di fantasia) è un giovane ventenne, con una grande passione per le auto, specie quelle di grossa cilindrata. Ha trascorso le stagioni estive tra i tavoli di un ristorante nella costa gallurese, sin dai 16 anni, con il desiderio di rendersi finalmente autonomo attraverso l'acquisto di un'auto tutta sua. Il lavoro, il sacrificio e i ritmi frenetici hanno plasmato i suoi sogni che, anno dopo anno, sono cresciuti e maturati con impazienza. Nel giorno del suo ventesimo compleanno gli venne consegnata l'auto che tanto aveva desiderato e, per festeggiare, invitò i suoi amici più stretti ad una cena: tanto cibo, ma anche troppo alcol. (...)

Caritas diocesana
di SASSARI
La rinascita di Gianfranco
di Lidia Lai
Gianfranco ha 57 anni e da circa un anno vive nell'ostello maschile della Caritas diocesana di Sassari. La sua storia racconta di un uomo che ha incontrato diverse difficoltà e che, nonostante tutto, non hai mai smesso di sperare e di inseguire i suoi sogni. Gianfranco ha sempre lavorato, dapprima nel settore minerario, successivamente nel settore alimentare come addetto alle consegne, fino a quando nel 2013 ha perso il lavoro a causa della crisi economica. Da quel momento in poi, infatti, la sua vita ha preso una piega inaspettata. (...)

Caritas diocesana
di TEMPIO-AMPURIAS
La rinascita di Orazio
di Maria Bianco
Orazio arriva alla Caritas di Tempio-Ampurias nel 2024, ma la sua storia ha inizio nel 2005, quando riceve una drammatica sentenza di carcere a vita: un colpo devastante che segna profondamente il suo destino. Nonostante le avversità, Orazio intraprende un lungo cammino di riflessione e di crescita interiore. La sua famiglia, sempre una roccia, diventa un faro luminoso nei momenti più bui. Ricorda con emozione: «mi hanno incoraggiato a non arrendermi, a migliorarmi ogni giorno, a dare il massimo». Lo dice con parole che provengono da chi ha conosciuto il dolore della separazione.
La speranza è il volto del Signore
di Don Marco Statzu
delegato regionale Caritas Sardegna
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Che cosa significa per noi, cristiani che operiamo nelle Caritas parrocchiali, pensare a una formazione spirituale se non questo: contemplare il volto del Signore crocifisso e glorificato e vedere che tu sei amato? Il ricordo di quel Tale che ti ha raccattato per la strada, di quel Tale che ti ha collocato nella locanda, di quel Tale che ti ha collocato in un ambiente in cui tu sei accolto, e che questo ambiente possa essere il grembo caldo e premuroso della Chiesa, della tua Chiesa diocesana.
Un santo prete calabrese, don Francesco Mottola, beatificato da papa Francesco nel 2021, che aveva fondato nella sua diocesi le “Case della Carità” dove accoglieva principalmente persone disabili, nel primo dopoguerra scrive le indicazioni di comportamento per coloro che operano in esse. Tra l’altro, dal 1942 egli era semiparalizzato e per il resto della sua vita, fino all'anno 1969, è rimasto così: farfugliava e biascicava qualche cosa e in questa condizione di estrema debolezza, di estrema precarietà, malattia, limiti fisici oggettivi... è stato un santo prete.
Dà quindi una serie di indicazioni: la prima, chi accoglierete voi? I rifiuti dell’umanità che nessuno accoglie; secondo, quelli che sono afflitti da malattie ripugnanti alla natura umana; terzo, quelli che nessuno raccomanda, che non portano nulla alla casa e non danno nessuna speranza di rendimento alla casa stessa, non ci sono finanziamenti; quarto, si accolgono i bambini orfani, che non hanno nessuno al mondo, dell’uno e dell’altro sesso e che nessuno raccomanda; quinto, non si rifiutano ma si accolgono i figli della strada; sesto e ultimo segnale indicatore, si accolgono quelli che portano sul loro volto i tratti inconfondibili di Cristo crocifisso. E questo è tutto! Specchiati in quel volto, specchiamoci in quel volto: da questa “formazione spirituale” noi possiamo sempre partire per cercare le ragioni della nostra speranza e dare speranza a chi non ce l’ha!
Buona Pasqua a tutti!