N. 2, 28 marzo 2021 - NEWSLETTER DELLE CARITAS DIOCESANE DELLA SARDEGNA
IMPEGNOCARITAS
Quaresima/Pasqua 2021
TEMPO DI RINASCITA
Pieter Paul Rubens, La Resurrezione di Cristo, 1616 ca., Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.
La carità si rallegra nel veder crescere l'altro
La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno... La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione.
"A partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti" (FT, 183). (…)
Vivere una Quaresima di carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, ricordandoci della parola rivolta da Dio al suo Servo: «Non temere, perché ti ho riscattato» (Is 43,1), offriamo con la nostra carità una parola di fiducia, e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio. (…)
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Papa Francesco, messaggio per la Quaresima 2021
MONS. GIOVANNI PAOLO ZEDDA, VESCOVO DELEGATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SARDA PER IL SERVIZIO DELLA CARITÀ
Tempo di ascolto e di speranza
È questa la seconda Pasqua segnata dalla sofferenza originata dalla pandemia.
Già nell’estate scorsa i vescovi avevano offerto alla Chiesa italiana una riflessione dal titolo “È risorto il terzo giorno”: una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia.
Una meditazione utile anche per questa Pasqua 2021: l’esperienza del Venerdì e del Sabato – la permanenza del Figlio di Dio sulla croce e nel sepolcro – diventi un’esortazione a maturare un’esistenza diversa, da veri figli di Dio.
A noi cristiani è data la grazia di guardare ogni avvenimento della vita attraverso la lente del mistero pasquale, che culmina nell’annuncio che Cristo «è risorto il terzo giorno» (1Cor 15,4).
È tempo di ascoltare insieme la voce dello Spirito, che Gesù ci ha consegnato sulla croce (cf. Gv 19,30) e nel Cenacolo (cf. Gv 20,22).
Soprattutto nel celebrare il Triduo pasquale, ma anche ogni giorno della nostra vita, siamo chiamati ad accogliere il mistero della morte e il silenzio del sepolcro, senza mai chiuderci alla speranza della risurrezione.
Ci è chiesto di fare questa esperienza non solo attraverso l’ascolto della Parola e nella celebrazione dei Sacramenti, ma anche nell’incontro con la sofferenza dei fratelli, vicini e lontani, intorno a noi.
La pandemia ha rivelato il dolore del mondo: ha prodotto sofferenza e ne produrrà anche in futuro, con conseguenze economiche e sociali vaste e persistenti. Si tratta di sofferenze profonde che non possiamo ignorare. È il mistero del male, che il Figlio di Dio ha voluto prendere su di sé.
Però sul Calvario c’è dell’altro. Nei pressi della croce, intorno a Gesù che offre per noi la sua vita, insieme a Maria, la Madre, ci sono alcune donne, il discepolo amato, il centurione, Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea: poche persone, certo, ma rappresentanti di un resto di umanità capace di “stare in piedi” sotto la croce (cf. Gv 19,25). Quel Venerdì si rivela così un giorno non solo di violenza e morte, ma anche di pietà e condivisione.
L’impegno della Chiesa e, in essa, la fatica amorevole delle Caritas in ogni parrocchia, diventano perciò un’occasione preziosa per vivere in profondità il mistero pasquale nella nostra vita, non solo come memoria storica della morte e risurrezione di Gesù, ma come esperienza della sua presenza di Crocifisso Risorto oggi in mezzo a noi.
Se sapremo vivere, leggere ed elaborare con vera carità l’esperienza di sofferenza nostra e dei nostri fratelli ascoltando lo Spirito e partecipando al mistero della Pasqua del Signore, allora anche questa pandemia ci avrà insegnato qualcosa di importante. Potremo così camminare come comunità ecclesiale sui passi dell’uomo del nostro tempo, animati da tenerezza e comprensione e da una speranza che non delude.
IMPEGNOCARITAS
N. 2, 28 marzo 2021
Quaresima/Pasqua 2021
TEMPO DI RINASCITA
di Stefania Pusceddu
Oltre la sofferenza e il buio si può vedere la luce e cominciare la risalita. Vale di certo per le piccole attività presenti nella Diocesi di Ales-Terralba che faticano in questi tempi ad andare avanti, ma fortunatamente sono sostenute dalla Caritas diocesana per superare il difficile momento rialzandosi più forti di prima. Lo sa bene Maria (nome di fantasia) che ha vissuto la pandemia e altri problemi (...)
di Chiara Delogu
Durante questo periodo incerto, il tempo continua a scorrere e ci porta a ritrovare come ogni anno, la speranza del periodo pasquale. Tra le famiglie messe alla prova da questa terribile pandemia, ci sono anche Chiara e sua figlia Bianca (nomi di fantasia) di cinque anni, che portano il grande esempio della speranza della rinascita. (...)
di Maria Chiara Cugusi
“Terre ritrovate”, ma soprattutto “storie ritrovate”. Storie di chi, nonostante le difficoltà di un territorio, quello del Gerrei, afflitto da anni di abbandono e spopolamento, oggi aggravate dagli effetti sociali ed economici della pandemia, non ha smesso di scommettere sulla propria identità e tradizioni grazie al sostegno di una Chiesa attenta alle periferie e alla loro gente. (...)
di Emanuela Frau
L’arrivo del Covid-19 ha messo alla prova molti giovani. Seppur indaffarati nel loro frenetico mondo fatto di studio, relazioni amicali e familiari, anch’essi hanno assistito a uno stravolgimento della propria vita. «Non avrei mai immaginato quello che poi è successo» racconta Aurora Fonnesu, giovane volontaria e referente dell’Area Immigrazione, impegnata da anni presso il Centro di ascolto Il Pozzo di Giacobbe (...)
di Augusta Cabras
Ormai non è una novità. Aumentano costantemente i poveri e soprattutto i “nuovi poveri”. Sono coloro che, fino a qualche anno fa, vivevano, dal punto di vista economico, una situazione se non agiata almeno serena e dignitosa. I “nuovi poveri”, in molti casi, hanno un alto grado d’istruzione, hanno sempre lavorato, hanno costruito una famiglia e una casa e ora si ritrovano con nulla in mano. (...)
a cura della Caritas diocesana di Nuoro
Giulia (nome di fantasia) è un’educatrice di una Comunità per minori del nuorese, con cui, da alcuni anni, collabora la Caritas diocesana. Un impegno che porta avanti con devozione ed entusiasmo, che consiste «nel guidare e accompagnare i minori fragili a trovare un senso nelle azioni quotidiane, nell’aiutarli a superare le loro ferite, nel collaborare per ricomporre situazioni familiari. (...)
a cura della Caritas diocesana Arborense
Francesco è un giovane imprenditore dell’oristanese che, come altri, nel momento in cui è scoppiata la pandemia, stava espandendo la sua attività con nuovi investimenti. Tanti sogni che hanno subito un brusco arresto, risorse economiche che sono venute a mancare e dipendenti da lasciare a casa. Avendo sentito da un amico della possibilità di ricevere un aiuto dalla Caritas diocesana di Oristano, ha quindi deciso di mettere da parte l’orgoglio e valutare questa opportunità. (...)
Caritas diocesana
di OZIERI
L’ascolto telefonico: una nuova forma di carità contro l’isolamento da Covid-19
dI Viviana Tilocca
«Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione» dice il Papa nel suo messaggio per la Quaresima 2021: un rischio che accomuna tante storie di dolore e di fragilità ai tempi della pandemia.
Come quella di Franca (nome di fantasia), madre di due figlie ventenni e vedova di un uomo che il Covid si è portato via a dicembre. (...)
dI Gianfranco Addis
Finalmente la documentazione sanitaria di Abid è completa e gli darà la possibilità di riavere i documenti d’identità necessari per accedere a tutti i servizi e sussidi che una persona della sua età e con le sue patologie, da trent’anni in Italia, ha diritto di avere.
Franco vi ha dedicato tempo e pazienza, accompagnando Abid nei vari uffici amministrativi e sanitari, per riuscire a ricostruire l’ingarbugliata situazione che lo costringeva all’emarginazione sociale. (...)
dI Daniela Astara
«Quando io e mio marito ci siamo sposati, mai avrei immaginato che la nostra storia un giorno sarebbe finita, invece dopo anni di felicità, lui è andato via di casa lasciandomi da sola con i nostri due figli e un mutuo da pagare».
Il racconto di Stefania (nome di fantasia), una donna originaria di un paesino dell’Alta Gallura inizia così. Con la voce rotta dall’emozione mentre parla della sua vita, dei difficili momenti di sconforto, dell’impossibilità di non abbattersi e di farsi forza per i figli (...)
Storie di risalita nella luce del Risorto
di Raffaele Callia
delegato regionale Caritas Sardegna
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La vita delle persone è un ineffabile e ineluttabile mistero. Avvolta ancor di più nel mistero è la storia delle loro sofferenze; delle prove quotidiane che si presentano lungo il cammino dell’esistenza. Nel buio della prova si fa fatica a dare un senso, tant’è grande l’abisso che ci separa da una spiegazione razionale sul perché del male, della guerra, della malattia e della sofferenza; sul perché del distacco dalle persone care, sul perché della morte. Nel buio delle nostre ingannevoli certezze tutto sembra apparire confuso e senza spiegazione: non si comprendono la povertà, l’ingiustizia, la violenza; non si comprendono la solitudine, la malattia, la depressione; non si comprende la morte. Tutto sembra destinato a rimanere immobile, in un buio immanente e senza via d’uscita. Anche per quanti credono, con una fede forse un po’ troppo tiepida, la stessa Croce rischia di rimanere un mistero “assurdo” e dunque stonato, privo di ogni logica.
Per chi riceve la grazia di una fede che si alimenta quotidianamente della fiamma della speranza e che si fa trasformare nel crogiolo della carità, quella condizione di buio acquista per sua natura un senso profondo e trascendente. L’abisso dell’assurdo si trasforma così in una ricerca paziente di un pellegrinaggio quotidiano che, in compagnia del Signore Gesù, non evita il Golgota, ma neppure intende fermarsi ad esso e neanche desidera sostare più del necessario nel buio del sepolcro. Va oltre. Chi riceve la grazia della fede fa come farebbe un bambino nel buio di una notte che sembra non finire mai: si affida, anzi si abbandona totalmente alla protezione paterna e materna; alla protezione della misericordia di Dio. La grazia della fede ci affida la certezza che dopo ogni caduta nel buio del non senso è possibile rialzarsi nella luce del Risorto.
Le storie di vita che gli operatori Caritas sono chiamati ad ascoltare e ad accogliere, alcune delle quali sono narrate anche in questo numero di Impegno Caritas, restituiscono un’immagine che ci permette di tornare al cuore della fede, anche in questo tempo persistente e incerto di pandemia. No, non siamo mai soli, neanche nelle prove più dure, poiché il Signore Gesù ha tolto alla morte l’ultima parola. Ecco, sarebbe bello se quando ci faremo gli auguri per la Pasqua – di buona Pasqua di Resurrezione del Signore Gesù – ci ricordassimo di questo.