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N. 5, 7 dicembre 2022 - NEWSLETTER DELLE CARITAS DIOCESANE DELLA SARDEGNA

IMPEGNOCARITAS

“COSTRUTTORI DI PACE
CON CORAGGIO E CREATIVITÀ”

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«(...) Prendiamo ad esempio una beatitudine, molto attuale: «Beati gli operatori di pace» (v. 9), e vediamo come la pace di Gesù sia molto diversa da quella che immaginiamo. Tutti desideriamo la pace, ma spesso quello che noi vogliamo non è proprio la pace, è stare in pace, essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità. Gesù, invece, non chiama beati i tranquilli, quelli che stanno in pace, ma quelli che fanno la pace e lottano per fare la pace, i costruttori, gli operatori di pace. Infatti, la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza. (...)»

Papa Francesco,

Angelus del 1° novembre 2022

MONS. GIOVANNI PAOLO ZEDDA, VESCOVO DELEGATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SARDA PER IL SERVIZIO DELLA CARITÀ

"EGLI È LA NOSTRA PACE"

Nella celebrazione di Cristo Re dell’universo, con cui abbiamo concluso l’anno liturgico, l’apostolo Paolo ci ha ricordato (Col 1) che “Cristo è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti… È piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose”.

Ora, all’inizio del nuovo anno liturgico, la Chiesa ci dà la possibilità di contemplare nella sua nascita in mezzo a noi il “principe della pace”, che ci ha riconciliato con Dio e pacificato con il sangue della sua croce.

Il tempo di Avvento ci invita ad accogliere il Cristo che viene e a camminare sulle orme di Maria e Giuseppe e di Giovanni il Battista. Accompagnata da loro la nostra comunità cristiana si preparerà ad accogliere con rinnovato stupore e profonda tenerezza il manifestarsi di Dio in un bambino che è nato per noi per donarci la pace vera e duratura.

 

La liturgia ci spinge a scoprire una «duplice indole» in questo tempo liturgico: quella che guarda al passato, all’incarnazione storica del Figlio di Dio, e quella che invece è protesa al futuro nella vigilante attesa del ritorno del Signore. L’Avvento è un tempo che, pur radicato nell’evento storico della nascita di Gesù, celebra il futuro del ritorno del Signore. Non possiamo mai separare queste due dimensioni.

Il desiderio della pace annunciata dagli angeli nella notte di Betlemme resta predominante anche nella esperienza attuale della storia del mondo. Accogliere Colui che è “la nostra pace” ci aiuta a capire l’importanza di questo dono di Dio e la responsabilità che ne deriva per ognuno di noi e per la comunità ecclesiale di saper essere, nella sequela di Cristo, artigiani e costruttori di pace in noi stessi, nelle nostre famiglie e nel mondo.

E non possiamo dimenticare che il tema della pace è strettamente correlato al tema della giustizia. Ce lo ricordano anche i personaggi che la Parola di Dio ci presenta in questo periodo: i Profeti, che annunciano la pace messianica e invitano pressantemente alla giustizia; Giovanni il Battista col suo fermo invito alla conversione; Giuseppe, l’uomo “giusto”; Maria, la “serva del Signore”, sempre pronta a lodare Dio per la sua misericordia nella fedeltà alle promesse da lui fatte ad Abramo e alla sua discendenza.

Nell’esercizio quotidiano della testimonianza di carità e di giustizia nelle Caritas delle nostre comunità cristiane siamo tutti chiamati a costruire pace e futuro, con coraggio e creatività, lasciandoci guidare dal Dio della Pace che si è fatto uomo per noi.

"COSTRUTTORI DI PACE
CON CORAGGIO E CREATIVITÀ"

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Caritas diocesana
di ALES-TERRALBA
Una nuova vita dopo tante cadute

 

di Stefania Pusceddu

Giovanni (nome di fantasia) è arrivato alla soglia dei 50 anni lasciandosi alle spalle una vita difficile, per accogliere con gioia un futuro migliore, di pace e amore.
Ne ha passate tante e ha conosciuto la solitudine, negli anni in cui è caduto nel tunnel nero della droga. Non distingueva più il giorno e la notte di quei giorni tutti uguali, in stato di incoscienza. È caduto in quel vortice vuoto per fuggire dalle fragilità e invece il suo corpo e la sua anima sono stati ancora più feriti. (...)

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Caritas diocesana
di ALGHERO-BOSA
La pace nasce dalle porte
di casa nostra

di Gabriele Tilloca

Quanto è complicato parlare di pace nel momento storico che stiamo vivendo? Il conflitto che si svolge alle porte dell’Europa ci fa pensare che costruire la pace sia un'impresa impossibile. Eppure, le parole di Papa Francesco ci ricordano che “un cristiano porta sempre la pace perché Cristo è la pace”. E allora si fa tutto un po’ più chiaro: non saremo noi a risolvere un conflitto internazionale, ma sempre noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. (...)

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Caritas diocesana
di CAGLIARI
La luce della rinascita

di Maria Chiara Cugusi

Lemar è nato quasi tre mesi fa in uno dei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) della Caritas diocesana di Cagliari: il suo nome in lingua pashtu significa “Sole”. «L’ho scelto - spiega sua madre, Saliha, 30 anni - perché il suo arrivo ha portato una grande luce nella nostra vita». Lei e suo marito, Baheer Karwan, sono fuggiti da Kabul nell’agosto 2021, dopo che i talebani hanno preso il potere. «Abbiamo dovuto lasciare tutto ciò che ci eravamo costruiti - raccontano -, ricominciare daccapo». (...)

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Caritas diocesana
di IGLESIAS

Semplicemente un uomo nuovo

di Emanuela Frau

«All’inizio della detenzione ripercorrevo mentalmente gli eventi che mi avevano portato a quella situazione, cercando di estrapolare analiticamente i miei sbagli e trovarvi rimedio». È così che Francesco (nome di fantasia), inizia a raccontare la sua storia: un’intensa esperienza vissuta tra le mura dell’allora Casa circondariale di Iglesias. Il suo rapporto con la Caritas inizia nel 2012, grazie al supporto dei suoi operatori in servizio al carcere. Il costante impegno nello studio ha caratterizzato in maniera determinante il suo percorso detentivo. (...)

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Caritas diocesana
di LANUSEI
L’attesa e il compimento
di un abbraccio

di Augusta Cabras

Il gruppo di persone che compone il Centro d’ascolto della Caritas di Lanusei, spesso si trova a dover ascoltare storie di sofferenza e a offrire in cambio aiuto e speranza. Sono sempre storie di vita complesse, complicate da relazioni familiari fragili e dalla crisi economica che non accenna a passare, segnate da un sentimento di rassegnazione e solitudine che serpeggia sempre di più e dalla sensazione che il futuro non abbia in serbo nulla di buono. (...)

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Caritas diocesana
di NUORO
La pace nei piccoli gesti

di Francesca Uleri

«Posso dire che la Caritas per me ha fatto tanto. E se non ci fosse stata, io sarei morto oppure mi troverei in galera. Questo lo posso dire con convinzione perché per me essa è stata un punto di riferimento importante». Antonio (nome di fantasia), ex detenuto della Casa circondariale di Nuoro, inizia così a raccontare della Caritas diocesana nuorese e dei volontari che ha incontrato in questi ultimi anni. Una relazione che ha conosciuto momenti di sconforto alternati a quelli di speranza, che l’ha aiutato a prendere confidenza con sé e con gli altri, che oggi ancora lo sostiene e lo aiuta (...)

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Caritas diocesana
di ORISTANO
Accoglienza e servizio: due vie per la pace

a cura della Caritas diocesana arborense

Samuele (nome di fantasia) è un ragazzo di 35 anni originario del Nord Italia che diversi anni fa, per una serie di vicissitudini personali, si è trasferito in Sardegna dove ha ritrovato la sua famiglia di origine con la quale, però, non aveva mantenuto grandi rapporti. Ad aggravare una situazione di fragilità relazionale e di precarietà economica, è sopraggiunta una condanna per un reato compiuto qualche anno prima, che lo ha portato a scontare alcuni mesi in carcere. (...)

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Caritas diocesana
di OZIERI
Coraggio e Creatività: i mille volti della pace

di Stefania Sanna

La Caritas diocesana di Ozieri è come il piccolo Davide che davanti al gigante Golia sembra un niente, ma ha in sé il coraggio e la forza di chi sa che nella propria vocazione c’è l'aiuto all’altro. Ed è così che nasce il coraggio, attraverso l’incontro quotidiano con chi ha bisogno e chiede aiuto alla nostra piccola Caritas, instancabile nella ricerca di strade, opportunità, mezzi e persone che possano dare un servizio che non sia mero assistenzialismo. Coraggio nel mettersi sempre in gioco, nello scorgere la necessità di cambiare e accogliere (...)

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Caritas diocesana
di SASSARI
Il riscatto dell'arte

A cura della Caritas diocesana di Sassari

Certe volte non ci sono parole per spiegare cose che non sono spiegabili se non con l’amore e la fede. Così affidiamo le nostre emozioni all’arte che le traduce in un linguaggio fatto di bellezza, dove il dolore si fa inno alla vita. E la speranza, piena di colori, come un balsamo, va a lenire e consolare i cuori calpestati. Ritrovare la luce dentro di sé, e sentirsi nuovamente all’interno dell’abbraccio di Dio è possibile facendo l’esperienza dell’arte. Oggi noi ci avviciniamo ancora una volta ai nostri fratelli detenuti a Bancali portando loro in dono la bellezza, assieme all’assenza di giudizio, all’ascolto e all’accoglienza e con loro, abbiamo dipinto nuovamente le icone sacre. (...)

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Caritas diocesana
di TEMPIO-AMPURIAS
Alla Caritas ho capito quali sono i veri problemi della vita

di Daniela Astara

«Ho scelto la Caritas perché sono cresciuto in una famiglia di volontari Caritas e quando mi hanno ritirato la patente mi è sembrata la decisione più naturale quella di prestare la mia attività di lavoro socialmente utile nella Cittadella di Olbia». È la storia di Giuseppe (nome di fantasia), un giovane di 25 anni di Olbia che ha trascorso alcuni mesi nella sede di via dello Zaffiro come volontario dopo essere stato sorpreso a guidare in stato di ebbrezza. La Caritas diocesana di Tempio-Ampurias dal 2015 ha, infatti, attivato il progetto “Messa alla prova”, un'opportunità offerta alle persone che devono scontare una pena in modo alternativo al carcere o in sostituzione a pene pecuniarie,  (...)

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“Manutentori” dei pilastri della Pace

di Raffaele Callia

delegato regionale Caritas Sardegna

Quasi 60 anni fa, esattamente l’11 aprile 1963, San Giovanni XXIII nella sua Lettera enciclica Pacem in terris, nella parte conclusiva sottolineava come «la pace rimane solo suono di parole, se non è fondata [su un ordine basato] sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà» (89). È il Principe stesso della pace, che è il Verbo fattosi carne nella notte di Betlemme, a donarci questo insegnamento profondo per ognuno di noi, sempre valido in ogni epoca e anche in questo momento così delicato della nostra storia, con una guerra nel cuore dell’Europa che – dopo circa 10 mesi – non accenna a cessare: non c’è vera pace senza verità, giustizia, carità e libertà. In altri termini: la pace è un edificio straordinariamente bello e fragile, che si regge su questi quattro pilastri; se uno solo di questi vacilla tutta la costruzione collassa inesorabilmente.
Questi – si badi bene – non sono solo i quattro pilastri che reggono l’ordine della pace mondiale, nel rapporto tra le nazioni e i popoli; e neppure sono solo – per quanto necessari – i fondamenti della nostra convivenza civile, nelle nostre comunità così come nelle nostre famiglie. I quattro pilastri della verità, della giustizia, della carità e della libertà, sono anche le colonne su cui si regge la nostra pace interiore, che è in fondo la prima pace che siamo chiamati a costruire ogni giorno, nell’intimo della nostra coscienza; la prima pace sulla quale costruire gli altri livelli di pace con le altre persone, con gli altri popoli e con le altre nazioni. Si tratta di una pace che inevitabilmente, prim’ancora che edificarsi nella relazione con gli altri, deve essere fondata nella relazione con l’Altro.
Nella grotta di Betlemme ci viene offerta questa possibilità, con un paradosso che la ragione non sa cogliere e che obbliga il cuore a uno straordinario sforzo di umiltà: il Dio fatto uomo, che diventa piccolo come un bambino, diventa l’opportunità di una pace che diventa riconciliazione con i fratelli, accoglienza reciproca nel perdono, relazione fraterna nei sentieri della quotidianità.
La storia di un Dio che diventa piccolo come un bambino è la storia, come quella raccontata in queste pagine, di tanti nostri fratelli e sorelle che si sono persi nei sentieri della vita e hanno vissuto la grazia di ritrovarsiaggrappandosi a una mano amica; che hanno ricominciato a sperare contro ogni speranza, anche nei percorsi più tortuosi e nelle strade più buie.
La storia di un Dio che diventa bambino nella grotta di Betlemme è il mistero della vita che si rinnova e che anela alla pace come al dono sublime per eccellenza. A noi la responsabilità di fare opera di manutenzione quotidiana ai suoi quattro pilastri: della verità, della giustizia, della carità e della libertà.

La newsletter IMPEGNOCARITAS, realizzata nell'ambito del Coordinamento regionale comunicazione della Caritas Sardegna,

è curata da Raffaele Callia e Maria Chiara Cugusi in sinergia con i direttori, i referenti comunicazione e le équipe delle Caritas diocesane

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