N. 6, 2 aprile 2023 - NEWSLETTER DELLE CARITAS DIOCESANE DELLA SARDEGNA
IMPEGNOCARITAS
“ASCOLTO E ASCESA”
«In questa seconda Domenica di Quaresima viene proclamato il Vangelo della Trasfigurazione: Gesù porta con sé, sul monte, Pietro, Giacomo e Giovanni, e si rivela a loro in tutta la sua bellezza di Figlio di Dio (cfr Mt 17,1-9). Fermiamoci un momento su questa scena e chiediamoci: in che cosa consiste questa bellezza? Cosa vedono i discepoli? Un effetto spettacolare? No, non è questo. Vedono la luce della santità di Dio risplendere nel volto e nelle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre. Si rivela la maestà di Dio, la bellezza di Dio. Ma Dio è Amore, e dunque i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Hanno avuto un anticipo del paradiso! Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello! Solo adesso se ne rendono conto e con tanta gioia, con immensa gioia.»
Papa Francesco,
Angelus, piazza San Pietro. Domenica, 5 marzo 2023
MONS. GIOVANNI PAOLO ZEDDA, VESCOVO DELEGATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SARDA PER IL SERVIZIO DELLA CARITÀ
"ASCOLTO E ASCESI QUARESIMALE
ITINERARIO SINODALE"
La Quaresima è occasione preziosa di ricerca e di ascesi per arrivare a comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, che si realizza nel dono totale di sé nell’amore.
Anche la nostra esperienza in Caritas, con l’ascolto e l’aiuto verso tanti fratelli e sorelle, ci permette di andare oltre e verso l’Altro, di vivere una rinascita spirituale, un cambiamento profondo che ci abilita a “trasfigurare” gli altri e noi stessi.
Nel suo Messaggio per questa Quaresima, prendendo spunto dal Vangelo della Trasfigurazione, Papa Francesco ci ha invitati “a salire su un alto monte insieme a Gesù per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi”.
Lassù i discepoli vedono con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Che sorpresa! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello!
Gesù, in realtà, con questa esperienza li sta preparando a un passo ancora più importante. Di lì a poco, infatti, dovranno saper riconoscere in Lui la stessa bellezza, quando salirà sulla croce e il suo volto sarà sfigurato.
Questo Vangelo traccia anche per noi una strada: ci insegna quanto è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e fa per noi.
Certo, per poter fare questa esperienza bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna.
Solo camminando con Lui impariamo a riconoscere sul suo volto la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce. Solo alla sua scuola impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ogni giorno camminano accanto a noi, anche quando il loro volto è sfigurato.
Come ha fatto con i tre discepoli sul Tabor, il Signore vuole che il nostro cammino sia “sinodale”, che lo compiamo insieme, sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro.
La nostra vita cristiana e il processo sinodale appaiono spesso ardui e a volte ci potremmo scoraggiare. Ma quello che ci attende al termine è qualcosa di meraviglioso e sorprendente, che ci aiuterà a comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno.
Accogliamo il suggerimento del Santo Padre per il cammino ascetico quaresimale e per quello sinodale. Egli ci propone “due sentieri da seguire per salire insieme a Gesù e giungere con Lui alla meta”:
• Il primo è l’imperativo che Dio Padre rivolge ai discepoli mentre contemplano Gesù trasfigurato: “Ascoltatelo!”. Gesù continua a parlarci nella Liturgia e nei fratelli che hanno bisogno di aiuto; l’ascolto di Lui passa attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa.
• Poi ci sono le parole di Gesù ai tre discepoli “presi da grande timore”: “Alzatevi e non temete!”.
È la seconda indicazione: “non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni”.
La luce che Gesù mostra è un anticipo della gloria pasquale. La Quaresima è orientata alla Pasqua.
Il Signore ci ripete ogni giorno “Alzatevi e non temete”. “Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità”.
"ASCOLTO E ASCESA"
Caritas diocesana
di ALES-TERRALBA
Un ascolto per ricominciare
a vivere
di Stefania Pusceddu
Giovanni, italiano, e Safia, somala, dopo anni di amore e serenità familiare, hanno dovuto lasciare in tutta fretta la Somalia dove avevano costruito la vita insieme. Oltre alla situazione di crisi e allo scontro politico e armato, si sono aggiunte dure prove personali: Giovanni ha perso il lavoro che garantiva un’esistenza dignitosa alla famiglia. Tutta la loro vita è entrata in poche valigie e col loro figlio di appena 7 anni sono venuti di corsa in Sardegna, per tornare in Marmilla, dove Giovanni è nato e cresciuto. (...)
Caritas diocesana
di ALGHERO-BOSA
Come andare verso l’Altro anche da dietro una scrivania: la storia di Roberto
di Gabriele Tilloca
Roberto finisce di catalogare alcuni fascicoli del Centro d’ascolto della Caritas diocesana di Alghero-Bosa, prima di sedersi e raccontare la sua esperienza. Ha 29 anni e collabora con la stessa Caritas da tre anni. «Sono tra i più giovani qui e non mi dispiace, anzi. Attraverso il rapporto con i volontari e i collaboratori, osservo il loro modo di approcciarsi agli altri, l’esperienza, e trovo in loro uno stimolo costante per aiutare i più deboli. (...)
Caritas diocesana
di CAGLIARI
La concretezza del Vangelo tra le mura del carcere
di Maria Chiara Cugusi
«Da 18 anni accanto ai detenuti, gli ultimi “più scomodi”, percepiti talvolta come “la parte sbagliata” della società. E proprio grazie all’incontro con queste persone, ho l’opportunità di vivere la concretezza del Vangelo». Racconta così il suo servizio nel Magazzino Caritas del Carcere di Cagliari-Uta Donatella Barella, che proprio per questo impegno nei giorni scorsi ha ricevuto il “Premio solidarietà donna” da parte dell’associazione “Socialismo diritti e riforme (SDR)” e della sezione cagliaritana della Fidapa. (...)
Caritas diocesana
di IGLESIAS
Un passo in avanti nella fede
in Dio
di Emanuela Frau
Volontaria da diversi anni presso il Centro di ascolto “Marta e Maria” della Caritas diocesana di Iglesias, Liliana (nome di fantasia) accetta volentieri l’opportunità di raccontare la sua esperienza di cambiamento, avvenuto anche grazie alle persone incontrate nel suo servizio. «Avevo del tempo a disposizione e volevo impegnarlo nel modo più utile. Mi sono avvicinata al Centro con curiosità e interesse. È stato per me di grande aiuto; riuscire ad ascoltare gli altri significa anche imparare ad ascoltare se stessi e io l’ho imparato; ho avuto così il vantaggio di conoscermi più a fondo, migliorandomi e dando il massimo». (...)
Caritas diocesana
di LANUSEI
Rinascere con la Grazia di Dio
di Augusta Cabras
Strani percorsi fa la vita. Inizia nell’entusiasmo dell’attesa che diventa compimento, nel giubilo del primo pianto, nel desiderio del presente e di quello che sarà. È vita da costruire, vita che cresce, impara. Poi capita che arranca, fatica nel dubbio e a volte si incaglia nell’errore. Trema nella caduta dolorosa. Il mondo intorno si frantuma, gli altri appaiono stranieri, tutto è fuori luogo e fuori tempo. La ferita inferta agli altri e a se stessi gronda sangue. È tempo di lacrime, di bestemmie e preghiere. La vita è segnata, ma non per sempre. Perché la ferita è feritoia e anche nel buio più profondo filtra uno spiraglio di luce. Di luce e aria. D’aria e d’amore. (...)
Caritas diocesana
di NUORO
Angeli, Provvidenza e Miracoli
di Suor Pierina Careddu
«Ho sempre creduto che gli Angeli del Signore esistessero. Anche perché, durante la mia esistenza, sono entrato in contatto con tanti di loro. In età adulta ho capito che la mia vita è stata piena della Provvidenza di Dio, che ho ricevuto a piene mani. Nella maturità ho anche scoperto che sono stato beneficiario di diversi miracoli, alcuni piccoli ma altri tanto, tanto grandi». Giorgio, 68 anni, è un pensionato che si è avvicinato alla Caritas diocesana di Nuoro da poco più di tre mesi. È stato segnalato da un’amica per le sue passate esperienze professionali che potranno essere utili nei vari progetti. (...)
Caritas diocesana
di ORISTANO
Scoprirsi poveri dà occhi nuovi per incontrare Cristo povero nei poveri
a cura della Caritas diocesana arborense
Piera è una volontaria della Caritas parrocchiale di Solarussa, dove svolge il suo servizio da oltre trent’anni, e della Caritas diocesana di Oristano. Che la fede in Gesù ci conduca all’amore fraterno l’ha capito fin da piccola grazie a suor Luisa, vincenziana con la quale è cresciuta, che l’ha spinta a studiare e le ha trasmesso l’amore e il rispetto per i poveri, valori che hanno inciso profondamente nella sua vita privata e professionale. Infatti, durante i suoi quasi quarantacinque anni di insegnamento con i bambini più piccoli e il volontariato in parrocchia, ha incontrato tante storie e tante forme di povertà. (...)
Caritas diocesana
di OZIERI
Da “Salvatore” a salvato... storia di un volontario
di Stefania Sanna
Chi opera da anni nella Caritas diocesana di Ozieri può raccontare tante storie, descrivendo paure e vittorie, lacrime e risate, dubbi e certezze, ma se si chiede di raccontare un’esperienza che parli di ascolto e ascesa non si hanno dubbi e il nome che viene fuori è quello di Salvatore. La sua storia incarna tutte quelle sfumature che raccontano di chi, attraverso l’aiuto all’altro, ha avuto l’occasione per dare una svolta alla propria vita, soprattutto dal punto di vista spirituale.
«Mi sono avvicinato al mondo della Caritas con un atteggiamento un po’ scettico - racconta Salvatore - non ero un beneficiario ma neanche un volontario.
(...)
Caritas diocesana
di SASSARI
Caterina e le sue opere
A cura della Caritas diocesana di Sassari
Una vita dedicata agli “ultimi” quella di Caterina Fiori, 85 anni, per 33 anni in servizio nell’Istituto provinciale per l’infanzia abbandonata di Sassari, dove inizia la sua dedizione verso i più bisognosi, poi attiva per tanti anni nel mondo del volontariato attraverso la Congregazione “Tra Noi” e la Caritas diocesana di Sassari. Esperienze che le permettono di entrare in contatto con storie toccanti, che la segnano profondamente. Tra queste, quella di Kevin, un bambino di origini albanesi, con gravi problemi di salute. L’incontro con Kevin e la sua famiglia cambierà profondamente la sua vita, è proprio attraverso questa esperienza che Caterina capisce che deve porre la sua vita al servizio degli “altri”. (...)
Caritas diocesana
di TEMPIO-AMPURIAS
Dalla diffidenza ai sorrisi: ecco la storia di Riccardo
di Daniela Astara
È realizzando un presepe, ma anche impastando dei biscotti e aiutando a caricare la spesa nell’Emporio Caritas a Tempio Pausania che Riccardo (nome di fantasia) pian piano ha iniziato a fidarsi ed aprirsi con le persone e i volontari. «Prima di frequentare la Cittadella ero diffidente - racconta - ora sono cambiato e mi sento anche molto più forte». Riccardo spiega di essere arrivato in Italia quando aveva circa 8 anni e di aver frequentato subito la scuola primaria, di aver imparato velocemente la lingua ma di non essere riuscito a stringere amicizie. Subito dopo il diploma, l’incontro con gli operatori della Caritas, in particolare con Paolo e Piera. Tramite il progetto “Carpe diem” finanziato dalla Regione Sardegna nell’ambito territoriale del Plus di Tempio Pausania, Riccardo inizia la sua esperienza nella Cittadella della Carità. (...)
Trasfigurati nel servizio e dall’incontro con l’Altro
di Raffaele Callia
delegato regionale Caritas Sardegna
​
Chi fa esperienza di testimonianza della carità (ricevuta e donata) sa bene che il quotidiano servizio di ascolto dei fratelli e delle sorelle permette non solo di operare il bene e di prestare soccorso a quanti chiedono aiuto, di farsi prossimi nella concretezza della vita; ma anche di andare oltre la mera dimensione umana del sensibile e proiettarsi nel mistero dell’Altro che è Dio, sperimentando gli interrogativi posti da una realtà superiore che trascende. Chi si fa coinvolgere nel profondo, infatti, vede l’altro non solo come portatore di richieste – o peggio ancora un problema da risolvere il prima possibile –, ma come una sana inquietudine che scuote la coscienza, un’immagine riflessa del proprio essere fragile, bisognoso di ascolto e di amore. Ecco perché la relazione con gli altri diviene inevitabilmente relazione con l’Altro per eccellenza: una relazione che da umana e fraterna si trasforma in spirituale, trasfigurandosi nel mistero della reciprocità del non detto e del non pienamente compreso.
Le esperienze di moltissimi volontari narrano di storie indescrivibili (in senso letterale), fatte di emozioni, sentimenti, percezioni che trascendono la semplice sfera umana; esperienze che non di rado si fa fatica a spiegare, proprio perché non si comprendono del tutto. Come per i tre discepoli sul Monte Tabor, anche nel servizio caritativo si è chiamati a vivere l’esperienza di una trasfigurazione che obbliga a una partecipazione umile e obbediente, a un’ascesi interiore anche nella routine degli impegni ordinari. È un impegno non semplice e assai faticoso, che contrasta la subdola tentazione sempre presente di poterci relazionare con gli altri facendo a meno dell’Altro; di essere efficienti operatori di solidarietà senza aver bisogno di fare il bene con Carità: una Carità anzitutto ricevuta dall’Altro.
«Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale», ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima di quest’anno, «hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale».
L’augurio, che si fa preghiera, è che questo periodo quaresimale in preparazione alla Santa Pasqua di resurrezione, possa aiutare chi opera nei servizi caritativi a meditare sull’importanza di fare sempre la Carità con Carità, di operare il bene dando testimonianza del Bene che è il Signore Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza. Una Carità che allo stesso tempo trasfigura chi la dona e quanti la ricevono, riflettendo l’immagine sublime della Carità di Dio.